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Il vignettista che aveva sfidato il potere

Ung Bun Heang. Artista ed attivista politico, è stato sia un idealista che un appassionato nazionalista cambogiano.

14-02-2014


Il vignettista che aveva sfidato il potere

Come artista ed attivista politico, Ung Bun Heang è stato sia un idealista che un appassionato nazionalista cambogiano.

Sotto lo pseudonimo di "sacrava" era implacabile nel realizzare cartoni animati scurrili per attaccare non solo il premier ed il regime di Hun Sen ma anche i sostenitori della monarchia, il defunto re padre Sihanouk, gli Usa, la Cina e tutti i vicini della Cambogia, in particolare Thailandia e Vietnam. Nessuno è stato risparmiato, nemmeno l'opposizione quando sentiva che avevano bisogno di un salace stimolo con la sua penna.
Per tutto questo, naturalmente ha pagato il suo prezzo. Heang sapeva, infatti, che non avrebbe mai potuto tornare nella sua amata patria da quella nuova, adottiva, l'Australia.
"So esattamente di essere una pecora nera in Cambogia", aveva detto una volta.

Soprattutto, l'artista desiderava una nuova generazione di cambogiani in grado di sostenere una discussione, di pensare in modo critico e di parlare apertamente con quel tipo di libertà che lui stesso aveva scoperto solo all'estero.

Dopo essere sopravvissuto al regime di Pol Pot, l'Australia lo aveva accolto come rifugiato insieme alla moglie Phiny ed alla loro figlia Kreusna.
Come unico figlio ribelle tra i cinque nati da un ricco imprenditore sino-cambogiano, Heang avrebbe potuto fare una invidiabile carriera come medico o uomo d'affari ma suo padre aveva finito per accettare un artista come pecora nera della famiglia.
Heang si era prima fatto le ossa come fumettista lavorando con Nokor Thom ed altri giornali locali negli anni di guerra seguiti alla caduta del principe Sihanouk nel 1970.
Ma l'apprendistato si era concluso quando i guerriglieri silenziosi di Pol Pot in neri abiti contadini avevano marciato in città come vincitori nel mese di Aprile 1975.
Una nuova follia si stava per scatenare nella imminente, successiva fase della rivoluzione.
Durante tre anni e mezzo di inferno sotto i khmer rossi le esperienze affrontate non avrebbe potuto essere più dure per Heang e Phiny, entrambi provenienti da ambienti ritenuti privilegiati.

Come artista, la più preziosa eredità di Bun Heang è la serie di 90 disegni a penna nera creati dai suoi ricordi della follia quotidiana di ciò che lui, Phiny e le loro famiglie avevano dovuto sopportato in nome della rivoluzione di Pol Pot.
Una selezione dei disegni è stato originariamente pubblicato nel 1985 sotto il titolo di "The murderous revolution", la storia di Heang e la sopravvivenza di Phiny.

Una volta rifugiatosi in Australia, Heang ha lavorato come artista di animazione per la Walt Disney ed altri studi cinematografici.
Terminati questi lavori artistici a seguito del trasferimento di quasi tutti gli studi di animazione, Phiny e Heang avevano aperto un ristorante cambogiano in uno dei sobborghi più ricchi di Sydney; nonostante le code di clienti soddisfatti, il duro lavoro e le lunghe ore di impegno, sia questo che il ristorante successivamente aperto non rendevano sufficientemente.
Determinato a lavorare più duramente che mai, Heang aveva preso a quel punto una fatidica decisione ed acquistato una piccola azienda di hardware sul lato opposto di Sydney. L'investimento però si era rivelato ben presto un vero disastro e quando la banca aveva proceduto al pignoramento, la famiglia aveva perso l'amata casa a due piani.
Un colpo durissimo, si trattava di una questione di orgoglio, la realizzazione di tutto ciò per cui avevano lavorato. Heang aveva definito la perdita della loro abitazione "il nostro secondo olocausto".

Mentre Phiny aveva continuato la sua attività di collegamento con la polizia del New South Wales, Heang si era dedicato ad un progetto di volontariato creando e dipingendo un grande murale, una sorta di regalo per una scuola pubblica locale.
Intanto come "sacrava" continuava con le sue famigerate vignette politicamente esplosive destinate ad aprire le menti e frustare le coscienze, cristallizzando le paure inespresse ed il disgusto di molti cambogiani in patria ed all'estero.

Quando il suo migliore amico lo aveva spinto a mollare, aveva risposto che se non avesse potuto disegnare sarebbe morto.

Colpito da un cancro terminale, ha lottato sino alla fine per sfruttare al massimo ogni suo giorno sulla terra.

Ung Bun Heang si è spento a 60 anni l'8 Febbraio scorso lasciando la moglie Phiny, le figlie Kreusna e Natalie Sita, i figli Jesse e Justin e tre nipoti.