Ancora provocazioni della Thailandia. Ucciso un cambogiano solo per un sospetto.
28-10-2014
Fermare le provocazioni della Thailandia
Un cambogiano è stato ucciso il 23 Ottobre nella provincia del Surin semplicemente per il sospetto di aver attraversato illegalmente la frontiera con la Thailandia per rubare una moto.
Questa non è che l'ultima delle provocazioni della Thailandia.
La Cambogia, ritenendosi da tempo disprezzata dall'invadente vicino, continua peraltro correttamente ad inoltrare note di protesta all'ambasciata della Thailandia a Phnom Penh ma la cosa a quanto pare non funziona, vista l'escalation di provocazioni.
In un recente passato, numerosi lavoratori cambogiani che avevano attraversato illegalmente la frontiera con la Thailandia per sopravvivere, magari disboscando clandestinamente, sono stati uccisi deliberatamente.
Dopo il colpo di stato militare avvenuto in Thailandia, molti lavoratori cambogiani sono stati assassinati in Thailandia in quanto privi del permesso di lavoro e della documentazione necessaria mentre svariate decine di migliaia sono stati deportati alla frontiera e rimpatriati con la forza.
In quelle occasioni, il Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation della Cambogia aveva avanzato rimostranze al Foreign Affairs Ministry della Thailandia intimando di sospendere quanto prima tali azioni indefinibili.
L'ultima azione di protesta risale contro le provocazioni della Thailandia risale al 24 Ottobre u.s. in occasione dell'assassinio gratuito del cambogiano "reo" di gravi sospetti.
Di sicuro, numerosi lavoratori cambogiani hanno attraversato illegalmente il confine con la Thailandia e continuano quotidianamente a farlo ma questo non autorizza l'esercito o la polizia della Thailandia ad uccidere persone esclusivamente alla ricerca di mezzi di sostentamento per sè e le loro famiglie.
A questo proposito è importante sottolineare che le decine di migliaia di lavoratori cambogiani impiegati illegalmente nelle fabbriche della Thailandia e recentemente deportati erano stati tutti ingaggiati da imprenditori thailandesi alla ricerca di manodopera a buon prezzo. I lavoratori cambogiani impiegati nelle varie attività produttive in Thailandia, dalla pesca all'industria, erano infatti remunerati molto meno dei loro omologhi thailandesi.
Analoga sorte è sempre toccata anche ai lavoratori immigrati dal Myanmar.
La forza lavoro della Cambogia ha sempre fatto molto comodo alle imprese della Thailandia in quanto oggetto di estremo sfruttamento e, non ultimo, persecuzione ed omicidi.
E' pertanto ora che il governo della Cambogia ponga in essere tutte le azioni necessarie per disciplinare i troppo baldanzosi ed arroganti vicini e fermare quanto prima le provocazioni della Thailandia.