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Export di riso, la risposta della Cambogia

Riso della Cambogia. Un excursus delle sterili e pretestuose polemiche europee.

28-03-2015

 
Riso cambogiano, fatti e non parole
 
Nei mesi dello scorso abbiamo assistito ad un vergognoso bailame scatenato da Spagna ed Italia contro le imporazioni di riso lavorato della Cambogia che, per svariate ragioni, non subisce alcun tipo di dazio se importato dalla Ue.
Manifestazioni ed articoli demenziali che bollavano il riso della Cambogia come un avversario subdolo da battere con ogni mezzo, anche e specialmente con politiche protezionistiche.
 
Innanzitutto occorre sottolineare che i coltivatori italiani di riso, a differenza degli agricoltori della Cambogia, percepiscono da lungo tempo significativi sostegni finanziari dalla Ue ma evidentemente malgrado ciò non si ritengono sufficientemente protetti di fronte alle sfide di un mercato globale che, per chi intende, indica nei sistemi fiscali dei vari Paesi le cause delle sconfitte commerciali e non nell'assenza di barriere daziarie.
In altre parole, se il riso italiano non regge la competizione con quello della Cambogia il problema è determinato dai costi di gestione, dalle politiche fiscali italiane e non dall'esigenza di erigere insensati protezionismi contro chi fa meglio e sicuramente per molto meno.
 
In ogni caso, molti mesi fa, i produttori di riso della Cambogia avevano contattato sin dall'inizio delle sterili proteste il sito più visitato della risicoltura statunitense, www.oryza.com dichiarando quanto segue:
"Abbiamo rilevato più volte da alcuni Paesi dell'Europa meridionale come Spagna ed Italia espressioni di preoccupazione circa un improvviso aumento delle importazioni di riso cambogiano da parte della Ue che, secondo loro, avrebbe distorto il mercato per colpa della concorrenza sleale".
 
La Cambodian Rice Federation dimostrava di tenersi ben informata, tant'è vero che il comunicato ventilava di "rumours" e di "implorazione" dell'Italia, che ancora pochi mesi or sono aveva chiesto "alla Ue di revocare il regime Eba per la Cambogia". 
 
I produttori di riso della Cambogia già allora sembravano con la loro missiva addirittura sollecitare l'Italia a fare ulteriori passi, "sarebbe bene per tutte le parti avere una chiara prospettiva" e proponevano addirittura un contro dossier a riprova del fatto che gli argomenti delle parti erano ormai assolutamente di dominio pubblico.
 
La replica dei produttori di riso cambogiano sottolineava che "le importazioni di riso in Ue non sono aumentate in maniera significativa stando alle statistiche ufficiali" perché se è vero che "il riso cambogiano ha visto un aumento delle esportazioni, le vendite da altre provenienze, come ad esempio dalla Thailandia, sono calate" e pertanto "la distorsione del mercato è ancora ben lontana".
 
A questo proposito i coltivatori di riso della Cambogia hanno sempre ricordato che l'Ue è deficitaria di questo prodotto che deve effettivamente importare annualmente per oltre 1.000.000 di tonnellate.
 
Ma non è tutto, poichè i coltivatori di riso cambogiano avevano più volte sottolineato che "ci sono alcune varietà che non possono essere coltivate nella Ue" e che pertanto non potevano essere incluse nelle rivendicazioni italiane.
Ricordavano poi, in cauda venenum, che "Il direttore generale dell'Ente Risi ha detto che la nuova Pac non protegge il riso europeo" e quindi "la protesta contro il riso cambogiano, e prossimamente anche quello del Myanmar, può essere provocata solo dalla nuova politica comunitaria nei confronti degli agricoltori.
La riforma della Pac sta cambiando la struttura di sostegno dell'Ue ed i coltivatori di riso della Cambogia avranno meno aiuti ad ettaro rispetto al regime precedente.
Questo può motivare la tensione contro il più competitivo riso lungo cambogiano".
 
E' stata questa, in definitiva, la conclusione dei coltivatori di riso della Cambogia che si preparavano sin dall'epoca a tenere la linea dura di fronte ad una eventuale richiesta europea di rinegoziazione delle esenzioni daziarie.
 
Dopo lunghi mesi di polemiche pretestuose e distorte invitiamo quanti interessati ad approfondire il tema del riso della Cambogia esaminando prima di tutto la lettera della Cambodian Rice Federation che si può leggere cliccando http://www.oryza.com/op-ed/oryza-shares-opinion-acting-secretary-general-cambodia-rice-federation#sthash.9kxfPOYr.dpuf