Gli ex capi dei khmer rossi, a processo per crimini contro l'umanità.
31-10-2013
Ex capi dei khmer rossi hanno ucciso per il potere
Gli ex capi dei khmer rossi, a processo per crimini contro l'umanità hanno "versato sangue per il potere" nel loro tentativo di rendere il Paese uno Stato di schiavi; questa la dichiarazione fatta dai pubblici ministeri cambogiani nel processo in corso a Phnom Penh. Il "fratello numero due" Nuon Chea, di 87 anni e l'ex capo di Stato Khieu Samphan, di 82, sono accusati di aver giocato un ruolo estremamente significativo nel regime comunista che ha spazzato via un quarto della popolazione alla fine del 1970. "Nuon Chea e Khieu Samphan hanno ucciso per il potere, hanno versato il sangue per esso, hanno brutalizzato e disumanizzato il proprio popolo" ha dichiarato il procuratore William Smith nella dichiarazione finale del processo Onu sui crimini di guerra avvenuti in Cambogia nel periodo 1975-1979. A più di tre decenni di distanza dal Paese dell'epoca dei "killing fields", il tribunale Onu si sta avvicinando ad un verdetto particolarmente complesso anche per via del progressivo frazionamento del processo in tanti casi ''minori''. Il primo processo, infatti, si era concentrato sull'evacuazione forzata dei centri urbani e l'invio della popolazione verso campi di lavoro agricoli; da questi casi, le prime condanne di crimini contro l'umanità . Il caso più significativo rimane l'evacuazione di Phnom Penh nel mese di Aprile 1975, uno dei più grandi esempi di migrazioni forzate della storia moderna; oltre 2.000.000 di persone erano stati espulsi dalla capitale e costretti a marciare, sotto la minaccia delle armi, verso i campi di lavoro agricoli, parte iniziale del piano del regime di forgiare una utopia agraria. Smith ha dichiarato che Nuon Chea e Khieu Samphan erano pronti a fare tutto il necessario per realizzare la loro visione radicale della Cambogia come "uno stato di schiavi". Le dichiarazioni conclusive del processo sono previste entro la fine del mese mentre per il verdetto occorrerà attendere la prima metà del prossimo anno. La difesa ha respinto le accuse di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Ulteriori accuse, tra cui quelle di genocidio e crimini di guerra, saranno valutate in udienze successive anche se nessuna data sia stata ancora fissata. Guidati da Pol Pot, morto nel 1998, il regime comunista ha spazzato via oltre 2.000.000 di persone, quasi un quarto della popolazione, deceduti per fame, eccesso di lavoro ed esecuzioni, tra 1975 ed il 1979. Resta, comunque, da chiedersi la legittimità dell'ingerenza degli organismi internazionali, estremamente solerti negli ultimi 70 anni di storia del mondo a realizzare processi che, senza il loro intervento peraltro mai richiesto, difficilmente avrebbero avuto luogo. Anche nel caso cambogiano, la mancata ingerenza internazionale avrebbe determinato alcun processo: forse perchè la Cambogia odierna non intende stigmatizzare quella di allora?