La Cambogia sta vivendo un boom economico iniziato oltre 15 anni fa ed il suo Prodotto Interno Lordo è cresciuto del 7,2% nello scorso anno.
30-11-2013
Eccellenze agricole cambogiane
La Cambogia sta vivendo un boom economico iniziato oltre 15 anni fa, il suo Prodotto Interno Lordo è cresciuto del 7,2% nello scorso anno e secondo la Banca Mondiale la dinamica di sviluppo è destinata a continuare con proiezione di tassi di crescita del 6,7% quest'anno e del 7% nel 2014.
Tale situazione felice è determinata da un insieme di elementi: forti esportazioni, investimenti privati prevalentemente stranieri in crescita di anno in anno, agricoltura, diversificazione ed una solida posizione macroeconomica.
Spesso offuscata dagli ingombranti vicini dell'area del Greater Mekong, Vietnam, Thailandia e più recentemente il Myanmar, la Cambogia ha subito una trasformazione silenziosa.
Dopo più di un decennio di crescita e con solo un piccolo arresto nel corso della crisi globale del 2008, il più recente membro dell'Asean ha iniziato ad attrarre investimenti crescenti e, a differenza di altri mercati emergenti, l'interesse è stato determinato più dallo sviluppo delle opportunità di business che dagli sforzi di promozione del Paese.
Per molte operazioni di produzione ad alta intensità di manodopera, poi, la Cambogia è diventata un'opzione attraente e spesso per pura combinazione; il Bangladesh, ad esempio, ha perso il suo charm a causa di una serie di devastanti incendi e crolli di unità produttive, il Vietnam è stato appesantito dalla burocrazia mentre è cresciuta la consapevolezza di inflazione dei salari in Cina.
In un tale scoraggiante scenario, la Cambogia, caratterizzata da una relativamente blanda regolamentazione degli investitori stranieri, è emersa come una scelta nuova ed appetibile.
L'ex Primo Ministro cambogiano Ung Huot ha dichiarato che, grazie alle attuali politiche di investimento promosse in Cambogia, Malesia le piccole e medie imprese malesi dovrebbero capitalizzare investendo nel Paese; la Cambogia è infatti estremamente idonea alle piccole e medie imprese desiderose di espandersi od istituire reti commerciali estere grazie a salari competitivi ed occasioni uniche tipiche delle economie emergenti.
Le opportunità sono numerose e disponibili, soprattutto nel settore agricolo che il Governo sta spingendo con grandi sforzi per continuare a crescere.
Vale la pena, a questo punto, portare l'attenzione su una coltura in particolare, quella della manioca o tapioca, uno dei più importanti prodotti agricoli della Cambogia; si tratta di una delle più importanti colture tropicali in generale visto che le sue radici ricche di amido sono una fonte essenziale di energia alimentare per oltre 500 milioni di persone.
Secondo la United Nations Food and Agriculture Organization, la manioca si pone al quarto posto come coltura alimentare nei Paesi in via di sviluppo dopo riso, mais, grano e farina.
La cassava, di cui la Nigeria è il maggior produttore mondiale, è un alimento base in molte comunità rurali a causa della sua tolleranza alla siccità e poichè può essere coltivata in ambienti generalmente difficili; per gli stessi motivi la manioca può crescere facilmente in Cambogia e produrre rendimenti elevati in aree in cui mais ed altre colture non si adattano bene.
La manioca, che può tollerare la siccità e può essere coltivata in terreni con scarsa capacità di nutrimento, risponde poi ottimamente all'irrigazione od all'uso di fertilizzanti.
Un'altra produzione agricola cambogiana di estremo pregio nonché di grande richiamo per gli investitori è quella del pepe nero di Kampot, il primo prodotto cambogiano a ricevere l'ambito "status di indicatore geografico" assegnato dal Ministero del Commercio.
Basato sulle linee guida del Wto, tale conferimento regola ogni aspetto delle proprietà del prodotto per garantire sia l'elevata qualità che la sua localizzazione territoriale; caratteristiche che hanno contribuito, nei decenni, ad accrescerne il valore peraltro ben conosciuto fra i coltivatori.
Conosciuto come il "king of peppers" per via dei suoi sapori complessi ed il pungente aroma, il pepe di Kampot è molto ricercato da cuochi ed intenditori di cibo. Considerato una spezia essenziale in qualsiasi ristorante francese rispettabile durante la metà del XX° secolo, aveva perso posizioni nel mercato mondiale a causa delle turbolenze degli anni 70; da qualche anno a questa parte, al contrario, la domanda di pepe nero di Kampot è cresciuta in maniera costante ed ultimamente sta superando le forniture disponibili malgrado le aree di coltivazione siano da tempo in espansione.
Le fattorie focalizzate sul pepe nero di Kampot hanno infatti aumentato mediamente i terreni dedicati passando dai 20 ettari nel 2012 ai 4 di quest'anno.
Inoltre, i raccolti sono aumentati dalle 23 tonnellate nell'anno 2012 alle 27 tonnellate nei primi tre mesi di quest'anno.